Lola Arias


1976

Buenos Aires (Argentina), vive e lavora a Berlino

Formazione

Lettere presso l’Universidad de Buenos Aires; drammaturgia presso l’Escuela de Artes Dramaticas (Buenos Aires), il Royal Court Theatre (Londra), la Casa de América (Madrid); Film Laboratory Programme presso l’Universidad Di Tella (Buenos Aires)

Settori di interesse

teatro, cinema, letteratura, arti visuali, musica

Periodo di Attività

2000 – in attività

Collaboratori più frequenti

Ulises Conti (musiche e album musicali El amor es un francotirador, Los que no duermen)
Stefan Kaegi (sviluppo dei progetti Chacara Paraiso, Airport kids, Ciudades paralelas)
Matías Sendón (luci)
Luciana Acuña (coreografie)
Dominic Huber (scenografie)
Sofía Medici (drammaturgia e produzione)
Mikko Gaestel (video)

Opere principali

2007 Trilogia: Striptease, Sueño con revólver, El amor es un francotirador
2009 Mi vida después
2015 The art of arriving

2016 Minefield
2019 Futureland
2012-2017; 2018; 2020 My documents

Opere presentate in Italia

Atlas des Kommunismus (Bologna, Teatro Arena del Sole, 2018)
Minefield (Roma, Teatro Vascello, Romaeuropa Festival, 2018),
My documents (Milano, Zona K, 2018),
Lingua Madre (Bologna, Teatro Arena del Sole, 2021)

Temi trattati negli spettacoli

Al centro del lavoro di Lola Arias c’è sempre una scritturaa che si nutre di storie attinte alla realtà. Ospitata in teatri e festival di tutto il mondo, Arias lavora su una continua sovrapposizione di verità e finzione, di persona e performer. L’anno di svolta per la sua drammaturgia è il 2007, quando, prendendo a riferimento la relazione amorosa, nella narrazione finzionale si inseriscono i primi frammenti di realtà: in Striptease c’è in scena un bambino di pochi mesi i cui movimenti sono necessariamente dettati dai suoi istinti; in El amor es un francotirador le storie dei personaggi si intrecciano con quelle di chi li rappresenta. Inizia allora un nuovo processo creativo in cui la ricerca su vite ed esperienze diventa la fonte primaria della scrittura. Sul palco ci sono figli che ricostruiscono le biografie dei propri genitori durante la dittatura in Argentina (Mi vida después, Buenos Aires 2009) o giovani nati negli anni del regime di Pinochet in Cile (El año en que nací, Santiago 2012), veterani della guerra delle isole Falklands/Malvinas (Minefield, Londra 2016) o donne che hanno vissuto nella Germania dell’Est (Atlas des Kommunismus, Berlino 2016), bambini bulgari che si sono dovuti riadattare alla vita in Germania (The art of arriving 2015) e minori rifugiati arrivati in Europa non accompagnati (Futureland, Berlino 2019), artisti [– tra i quali Rabih Mroué – ] che ripercorrono i propri progetti, desideri e ossessioni (My documents, Buenos Aires 2012-2017, Milano 2018, Lisbona 2020), e perfino madri che condividono i propri diversi percorsi di maternità (Lingua Madre, Bologna -). Arias ricostruisce passati che dialogano tra loro e si concretano davanti agli occhi dell’altro, offrendo al pubblico punti di vista nuovi che scardinino quanto ciascuno pensava di sapere.

Parole Chiave

Estratti di spettacoli

Minefield (estratto 1)
Minefield (estratto 2)
Minefield (estratto 3)
(altri estratti si possono trovare sul canale vimeo dell’artista)

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